cascina6b banner 2 Rivista Promuovere
Corsi aziendali - Formazione Promuovere: Diamo forza a chi vale

Le nostre montagne hanno mille storie da raccontare: gli esperti della associazione “P. Savant” di Chiaves ci illustrano il particolare percorso del sole il 21 giugno

TESORI DELLE VALLI – IL SOLSTIZIO D’ESTATE AL LAGO DI MONASTERO

Il solstizio d’estate, fin dall’antichità, ha svolto un ruolo molto importante per la celebrazione di riti  e cerimonie. L’Associazione Storico-Archeologica “P. Savant” di Chiaves ci illustra il particolare allineamento astronomico che si crea al lago di  Monastero proprio il 21 giugno.

Un allineamento astronomico nelle Valli di Lanzo?

La zona del Lago di Monastero si trova a 2000 m circa in Valle Tesso, ricca di pascoli e di acqua; frequentata da sempre, da lì si raggiunge la Valle di Locana a quasi due passi, dove si trovano il colle della Gavietta e il Colle di Pietra Scritta, un tempo passaggi essenziali per condurre le mandrie durante la transumanza.

Oltre ad offrire un paesaggio meraviglioso, è ricca di incisioni rupestri di varie epoche, e presenta anche un probabile allineamento astronomico che si verifica durante il solstizio d’estate.

Questo allineamento, che dunque definiremmo d’interesse astronomico, potrebbe rappresentare i vari punti marcatori del percorso dell’astro diurno. Si tratta in primis di una pietra a forma triangolare che segna il punto dove posizionarsi per ammirare il movimento dei raggi solari; alle spalle di questa pietra si trova un menhir alto 4,70 metri la cui sommità è tagliata in due parti; se osservate con attenzione, sembrerebbe che queste due parti riportino le dorsali del monte Bellavarda e la punta Marsè, che si trovano proprio di fronte a questo singolare corpo litico [foto 1]. Tra il menhir e il lago, è anche presente un piccolo masso su cui è stata incisa una coppella ad occhiale (due incisioni circolari unite da un canaletto, immagine che talvolta viene anche interpretata come un tauriforme).

Tornando a guardare dritto davanti a noi, come indicato dalla punta della pietra triangolare, vediamo una grande forcella posta sul fianco del monte Gias Vei, al di sopra del lago, che fungerà da passaggio per i raggi del sole.

Osservando questi massi e facendo alcune considerazioni sui nostri antenati siamo giunti all’idea che l’insieme che stavamo guardando non fosse casuale e significasse qualcosa; del resto il legame tra l’uomo e gli astri è sempre stato molto importante fin dalle origini dell’umanità.

Perché?

Stelle e popoli antichi

Il cielo è sempre stato un osservato speciale; le stelle affascinano qualunque occhio, a maggior ragionare esercita un certo fascino un astro così importante e determinante per la vita come il sole.

Il conoscere esattamente il cambio delle stagioni e il periodo delle semine era legato a complessi rituali che fungevano da mezzi per ottenere la conoscenza anticipata degli esiti di questi cicli naturali oppure per influenzarli; così, sacerdoti-sciamani si misero ad osservare gli astri tra cui il Sole, arrivando a riconoscere la levata eliaca delle stelle principali, visibili al mattino con il sorgere della stella del giorno. Quindi ad esempio la costellazione di Orione e le stelle che ne fanno parte, poi Aldebaran, Capella, Sirio e Antares furono scoperte ed esaminate fino ad avere una conoscenza molto profonda di esse, come pure i movimenti ciclici della luna. La loro posizione nel cielo in concomitanza con determinati avvenimenti, ritenuti ad essa connessi, era motivo di grande considerazione, un potere magico per la popolazione, e così spesso ad una stella corrispondeva una divinità protettrice.

Molti punti di passaggio degli astri vennero segnati con il materiale all’epoca più resistente a disposizione: la pietra. In tutto il pianeta si trovano costruzioni megalitiche che segnano movimenti di astri, fin dai tempi dell’Europa antica, termine coniato da una grande archeologa lituana, Marija Gimbutas, per indicare una cultura preindoeuropea che lei individua come diffusa e omogenea in tutta l’Europa tra il Mesolitico e l’Età del Bronzo, ovvero tra il 7.000 a.C. e il 1700 a.C. (M. Gimbutas, Le dee viventi, Medusa Edizioni, 2005). I grandi megaliti si trovano infatti sparsi un po’ ovunque, ad esempio nelle pianure inglesi e in Bretagna, dove indicano orientamenti astronomici molto importanti con le loro complesse strutture. Beh, ora è possibile osservarne uno sulle nostre montagne!

Tutto ciò dimostra che l’uomo antico aveva delle conoscenze molto raffinate ed importanti. Questo sapere fu ripreso da antichi Romani, Etruschi, Celti e tantissime popolazioni passate alla Storia con il termine travisato di “barbare”; ricordiamo infatti che spesso questo aggettivo viene impropriamente utilizzato per indicare stili di vita grezzi, grossolani e privi di intelligenza, quando invece la parola è di origine greca e latina e significava “balbuziente”, in quanto designava gli stranieri che non parlavano correttamente le suddette lingue classiche.

Tornando al sapere degli antichi, ancora i monaci cluniacensi prima e quelli cistercensi dopo, tra l’undicesimo e dodicesimo secolo, proseguendo una tradizione antichissima furono maestri nell’orientamento delle chiese medioevali; le bifore ad esempio sono orientate nelle direzioni dei vari solstizi ed equinozi.

Le origini delle festività Cristiane

Molte tra le date più importanti che scandiscono il calendario cristiano erano già presenti nei culti religiosi di popolazioni molto più antiche; si tratta delle così definite “feste pagane”, termine per il quale occorre una precisazione. È bene ricordare qui che l’aggettivo pagano, utilizzato per indicare un culto diverso dal Cristianesimo e ad esso precedente, è stato così utilizzato dalla Chiesa: nessuna popolazione avrebbe definito la sua religione una “religione pagana”, in quanto ogni culto aveva caratteristiche proprie; la parola paganus infatti deriva dal latino e indica semplicemente l’abitante del villaggio (pagus), scevra dunque da qualsiasi accezione negativa.

Riprendendo il discorso sugli astri, ogni loro movimento era legato a particolari condizioni e momenti della vita; il sole, in quanto luce, rappresentava il mondo dei vivi, mentre il buio evocava facilmente il mondo dei morti; un discorso analogo vale per la Luna, la cui conoscenza delle posizioni, dette appunto lunistiziali, permetteva di prevedere le eclissi lunari o quelle solari.

Il discorso è affascinante perché ci spinge a porci nella condizione di entrare nelle vedute spirituali di Celti, Greci e altre popolazioni antichissime nella speranza di riuscire a capirle; molte di queste credenze sono state riprese in seguito dalla religione cattolica, che ha abbinato particolari festività con il movimento degli astri. Prendiamo un esempio semplicissimo: la Pasqua, festa che deve avvenire con una giusta combinazione del ciclo solare, ma ancor di più con quello lunare; il connubio Pasqua e plenilunio fa parte di una tradizione antichissima, essendo i giorni di luna piena già sacri a svariate popolazioni precedenti alla nascita del Cristianesimo. La resurrezione di Cristo infatti deve essere celebrata la domenica che segue la luna piena dopo l’equinozio primaverile, che funge comprensibilmente come simbolo della resurrezione alla vita: il sole (la luce) passa la porta occidentale per scendere nel mondo dei morti, lo attraversa e riappare ad Oriente il giorno dopo, più luminoso che mai.

Un altro esempio è quello del 24 giugno: al solstizio d’estate (21 giugno) viene affiancato S. Giovanni Battista, celebrato un tempo con accensione di fuochi, oggi trasformati nei moderni fuochi d’artificio; secondo la tradizione, questa è la data in cui si celebra la nascita dell’importantissimo santo (colui che battezzò Gesù Cristo). Sulla base di alcuni studi, sostenuti ad esempio dall’antropologo torinese Massimo Centini, questa festività venne inserita nel calendario cristiano per sostituire antichi rituali che venivano celebrati il 21 giugno, il momento in cui il sole si avvia verso l’equinozio d’autunno intraprendendo il cammino verso il periodo buio, come sole “morente”, quando le ore di luce diminuiscono visibilmente con l’approssimarsi dell’inverno fino al 21 dicembre; questa invece è la data del solstizio d’inverno, momento in cui il Sole rinasce e giorno dopo giorno allunga le ore di luce. A questo punto non pare strano il fatto che il 25 dicembre si festeggi il Natale, giorno designato dalla religione cattolica come data della nascita di Gesù Cristo, simbolo di luce e resurrezione.

Il solstizio d’estate al lago di Monastero

 

Ora, anche noi possiamo descrivere e condividere un allineamento di pietre e sole!

Come ricorderete nella descrizione precedente, un masso triangolare, un menhir ed una “forcella” parevano i punti principali… ora non restava che verificare. Così il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, sveglia alle 4 e partenza, lo sguardo rivolto al buio del cielo e ovviamente alla strada. Dopo un’oretta d’auto, eccoci in prossimità del lago di Monastero: grandi pozzanghere e 30 cm di fango sembrano volerci fermare ma non sanno con chi hanno a che fare, e così eccoci sulle rive del Lago di Monastero. Armati di fotocamera, si aspettano i primi bagliori dell’alba, poi finalmente sbucano i raggi che annunciano la levata del sole all’orizzonte locale: ecco, ci siamo! La domanda è: sarà proprio così come ce lo siamo immaginati?

Il sole sorge alle 7 e il primo raggio illumina la punta del menhir, dandogli una tonalità rosa [foto 2]: sono momenti emozionanti, tratteniamo il respiro. Il sole, alzandosi piano piano, illumina sempre di più il menhir scendendo verso la base [foto 3-4] finché, completata la prima tratta dell’orizzonte locale, lo illumina completamente rendendolo simile ad uno specchio brillante [foto 5], effetto acuito dal fatto che la zona che circonda il menhir è ancora in ombra. Il masso così risalta ed è… bellissimo. La gioia e l’aspettativa si fanno sempre più grandi; nel silenzio dell’alba si odono solo gli scatti della fotocamera, mentre si vorrebbe anche osservare a vista per vedere direttamente il Sole mentre risale la cresta e, continuando il suo percorso, si avvicina alla grande forcella a forma di “V” del monte Gias Vei [foto 6-7]; all’improvviso vi entra, giganteggiando con la sua luce esattamente nel suo centro [foto 8]. I raggi cominciano così a lambire il masso triangolare: quando il Sole è esattamente al centro della forcella la pietra viene illuminata, quasi accarezzata dai raggi [foto 9]; lo spettacolo è molto bello, vale la pena viverlo in prima persona. Osservando tutto l’insieme dei movimenti dell’astro si ha l’impressione di “vedere” la perfezione nell’intento di chi, riportando sulla Terra il percorso del sole, intendeva dividere le varie regioni del mondo e dello spirito.

Infine, il sole si riflette nel lago in un perfetto cerchio luminoso [foto 10].

Una preziosa eredità

Tutte queste conoscenze che racchiudevano un profondo significato venivano tradotte sulla Terra in diverse manifestazioni, ad esempio per i Greci ed Egizi con l’orientamento dei templi, per i Celti con i nemeton (il recinto circolare che, seguendo particolari allineamenti astronomici, delimitava l’area sacra all’interno del quale, ad esempio, venivano fondate nuove città); i popoli antichi codificavano secondo rigorose regole matematiche, geometriche e astronomiche la loro spiritualità, le loro paure e i loro sogni condensando nei loro luoghi sacri un profondo significato cosmogonico. Analizzando attentamente le strutture e i segnali tramandateci troveremo, forse, un legame molto stretto con questi popoli che ci hanno preceduto. Si tratta di un percorso non facile per noi: dovremo ritrovare la giusta dimensione connessa al passato,  riscoprire i valori  veri e semplici, contrapponendoci a chi impone  valori  di una natura sottomessa ad una cultura non confacente ai bisogni dell’Uomo, come il consumismo, l’arrivismo e l’individualismo; questi allontanano l’Uomo da se stesso impedendogli di comprendere quali siano i suoi veri bisogni per raggiungere quanto meno una certa serenità laddove lo permettano le difficoltà della vita.

Ringraziamo gli amici dell’Associazione storico archeologica “P. Savant” per averci raccontato questo interessante episodio riguardante il nostro territorio. Inoltre, ogni anno la stessa associazione organizza una gita per ammirare il solstizio d’estate al Lago di Monastero.

Per maggiori dettagli:

Condividi
Diventa Partner di Promuovere

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

cinque × quattro =

Caricamento notizie in corso ...
Rivista Promuovere - Persone Culture Territori


Chiudi il menù