Il complesso sacro di Martassina, Tomà e Mondrone
Il Megalitismo è una Cultura molto antica, antecedente di alcuni millenni a quella Celtico-Ligure delle Nostre Valli.
Poco più in basso si trova una pietra meridiana, ovvero una pietra squadrata i cui angoli rappresentano i quattro punti cardinali; nelle vicinanze invece, seguendo il sentiero che conduce alla cascata della Gorgia di Mondrone, si incontra una struttura dolmenica che, in quanto tale, potrebbe essere una tomba megalitica.
L’insieme fa pensare ad un antico complesso sacro dove le pietre ritte rappresentano lo scambio tra Cielo e Terra: il menhir, quale simbolo maschile, feconda il Cielo, quale simbolo femminile che, lasciando cadere l’Acqua, feconda la Terra e porta nuova Vita. Un pensiero molto semplice, in cui il cerchio di pietre ritte rappresenta il recinto sacro, il Dolmen invece l’area sacra del defunto.
Ritrovamenti lungo la pista di sci Down Hill
Le croci venivano incise sulla pietra quali testimoni e “veicolo” verso l’Alto.
In frazione Thea il masso della polenta
Verso la frazione La Thea si trova invece il masso conosciuto come “il masso della polenta”; questo nome si deve al fatto che, secondo la tradizione del luogo, nei canaletti di pietra veniva fatta scolare la polenta.
Sicuramente in questa memoria vi sono dei rimandi all’effettivo scopo rituale dei canaletti presenti, in cui probabilmente venivano fatti scorrere dei liquidi ritenuti sacri.
Frazione Laietto
Lasciata l’auto vicino al santuario di Martassina, dopo un centinaio di metri, a destra, si trova la strada che porta alla frazione Laietto.
Al termine del percorso, si sale verso un alpeggio; poco più in alto si trova, ancora sulla destra, un bellissimo masso di grandi dimensioni, completamente inciso con coppelle, canaletti, croci, ruote solari e pediformi.
In ogni caso le incisioni più importanti sono una scala e delle figure antropomorfe; alcune si presentano intere, altre incomplete. Come sappiamo, la scala rappresenta il cammino che avvicina l’uomo all’Alto, al sapere interiore, che a sua volta avvicina l’uomo al cielo; gli antropomorfi completi rappresentano coloro che hanno portato a termine questo percorso di crescita, mentre quelli ancora incompleti hanno appena iniziato il loro “viaggio”.
Le coppelle di Ala: geometria dell’Età del Ferro
Le coppelle sono delle incisioni rupestri concave generalmente di forma circolare o ellittica, eseguite con pietre dure o strumenti metallici a seconda del periodo a cui appartengono.
Queste rappresentazioni sono tra le più comuni in tutto l’arco alpino e possono trovarsi isolate, in gruppi, collegate fra loro da canaletti e così via; la loro funzione rituale poteva essere quella di ospitare liquidi sacri.
In particolar modo, le coppelle ritratte in questa foto sono coppelle a schema geometrico (ovvero sono distribuite in modo da formare una figura geometrica; in questo caso, sembrano disegnare un quadrato) e risalgono all’Età del Ferro.
Buongiorno,
articolo molto interessante. Non sarebbe possibile realizzare un percorso escursionistico che colleghi le località – ed eventualmente altre – evidenziate magari allestendo, per il caso, anche una adeguata cartellonistica? esiste anche un sentiero Sindonico (così dicono) ma privo di indicazioni , segnalazioni e cartelli si perde nel nulla. Comunque sia complimenti per il lavoro svolto.
Grazie per i commenti che ci avete inviato, siamo contenti che la nuova sezione sulle Valli di Lanzo stia riscuotendo apprezzamento. Per rispondere alle vostre curiosità abbiamo girato le richieste direttamente all’associazione di Ricerca Storico-Archeologica “P. Savant” che ci ha prontamente inoltrato la risposta.
Eccola, ve la copiamo direttamente qui:
“Buongiorno a tutti, grazie per l’apprezzamento dimostrato verso i nostri testi. Per quanto riguarda la possibilità di avere più informazioni, vi suggeriamo di visitare la nostra sede in Frazione Chiaves (Monastero di Lanzo), che aprirà durante la stagione estiva e prevalentemente la domenica, o di visitare la pagina Facebook dell’Associazione di Ricerca Storico-Archeologica “P. Savant” (o anche inviare una mail a ilmen.07gavassa@gmail.com); sempre durante la stagione estiva, emergenza Covid permettendo, vengono organizzate delle gite ed escursioni a cui ci si potrà prenotare e che tenderanno a valorizzare tutto l’insieme storico, archeologico e antropologico presente in base ai percorsi. Il percorso sindonico, è vero, esiste; la segnaletica purtroppo non dipende da noi ma speriamo di smuovere le acque con le nostre iniziative. Per maggiori informazioni sulla Sindone rimandiamo alla Società Storica delle Valli di Lanzo, che ha pubblicato alcuni libri a riguardo come ad esempio “Gli affreschi di Voragno ed il passaggio della Sindone in Val di Lanzo” di Giovanni Donna d’Oldenico; lo si può trovare in alcune librerie delle Valli oppure nella Biblioteca Civica di Lanzo T.se.”
Molto interessante, vorrei sapere di più.
Buonasera, grazie per queste preziose informazioni. Sono una neofita e mi sto appassionando molto nella ricerca di incisioni rupestri, coppelle, ecc.
Segnalate anche il Dolmen di Rio Combin, il Menhir di Airetta e i massi erratici di Cantoira.
L’unico problema è proprio trovarli, perché purtroppo le indicazioni sono a volte aimè vage. Sarebbe bello usare magari delle coordinate GPS per individuarli meglio.