Vera Gheno all’Hiroshima Mon Amour
La lingua come campo minato o giardino da coltivare? Quante volte ci siamo sentiti dire che stavamo “sbagliando” l’italiano? Che un certo termine era inaccettabile, che una costruzione grammaticale andava evitata? Vera Gheno, con il suo monologo “Grammamanti” in scena all’Hiroshima Mon Amour domani sera, mercoledì 16 luglio, ci invita a guardare la lingua con occhi completamente nuovi. Non più come un campo minato dove ogni passo può essere falso, ma come un giardino da coltivare con passione.
Una serata tra amici che parla di linguistica
La serata si apre alle 21 in uno dei luoghi simbolo della controcultura torinese, ma non aspettatevi la solita conferenza accademica. Vera Gheno ha il dono raro di parlare di linguistica con la leggerezza di una chiacchierata tra amici e la profondità di chi ha studiato ogni sfumatura della nostra lingua. Ci racconterà come, nel tempo, ha maturato l’idea dei “grammamanti”, quelle persone che amano l’italiano senza volerlo imbalsamare.
Grammamanti: amare la lingua viva
“Essere grammamanti – spiega – significa accogliere la lingua per quello che realmente è: un organismo vivente che cambia, si trasforma, a volte ci sorprende”.
È una prospettiva rivoluzionaria in un’epoca in cui i social media hanno trasformato ogni discussione linguistica in uno scontro tra fazioni. Da una parte i puristi che difendono un italiano idealizzato, dall’altra chi invece riconosce che la vera forza di una lingua sta nella sua capacità di adattarsi.
Esempi concreti e aneddoti divertenti
Durante lo spettacolo, Vera Gheno ci porterà per mano attraverso esempi concreti, aneddoti divertenti e riflessioni profonde. Ci mostrerà come certe parole che oggi consideriamo errori erano del tutto accettate solo qualche decennio fa, e come altre che ci sembrano intoccabili siano in realtà invenzioni recenti.
Il tutto con quella verve ironica e quell’empatia che l’hanno resa una delle linguiste più amate dal grande pubblico, perché quando Vera Gheno parla di parole riesce a trasformare un argomento apparentemente tecnico in una questione che riguarda tutti noi, la nostra identità, il nostro modo di stare al mondo.
Un invito a ripensare la nostra lingua
“Grammamanti” è molto più di uno spettacolo, è un invito a ripensare completamente il nostro rapporto con la lingua italiana.
Dopo aver ascoltato Vera Gheno, forse non guarderemo più allo stesso modo quel collega che “sbaglia” il congiuntivo o quel parente che usa un dialettismo.
Perché la vera ricchezza della nostra lingua sta proprio in questa vitalità, in questa capacità di essere tante cose diverse per tante persone diverse.
E forse, uscendo dall’Hiroshima quella sera, ci sentiremo tutti un po’ più grammamanti e un po’ meno grammarnazi.
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