L’aria fresca del mattino accarezza dolcemente le facciate in pietra delle baite quando, nella frazione Trambiè di Cantoira, comincia a diffondersi quel caratteristico concerto di suoni che annuncia l’apertura della Fiera dell’Artigianato Tipico.
Il ritmico battere del martello sull’incudine si mescola al fruscio delle lame che modellano il legno, mentre in lontananza si sentono già le prime voci degli espositori che preparano i loro stand. È l’alba del 5 luglio 2025, e le Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone si apprestano a vivere il loro momento più magico.
Fiera dell’Artigianato tipico delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone: un evento che racconta storie
Camminando tra gli stand della Fiera dell’Artigianato Tipico, ci si rende subito conto che questa non è la solita fiera artigianale. Qui ogni oggetto esposto è una pagina vivente di storia locale, un racconto fatto di mani esperte e materia prima trasformata con sapienza antica. In un angolo, un artigiano mostra a un gruppo di bambini come si intrecciano i cesti in salice senza usare un solo chiodo, tecnica che in queste valli si tramanda da generazioni. I loro occhi sgranati tradiscono la meraviglia di scoprire che dalla natura può nascere qualcosa di utile e bello.
Poco più in là, un’esperta tintrice spiega come si ottengono straordinarie sfumature di verde dai licheni raccolti sul Monte Uja. “Ogni stagione dona tonalità diverse”, racconta mentre accarezza un foulard di seta. È questa la magia dell’artigianato tipico delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone: la capacità di trasformare ciò che la montagna offre in opere che parlano del territorio e delle sue stagioni.
Dalla Forgia alla Tavola: un viaggio nei saperi
La Fiera dell’Artigianato Tipico prende vita gradualmente. Verso mezzogiorno, quando il sole inizia a scaldare le pietre della piazzetta centrale, l’odore del pane appena sfornato richiama i primi visitatori allo stand gastronomico. Ogni prodotto racconta una storia di resistenza e innovazione. Quella toma stagionata che state assaggiando proviene da una latteria sociale che valorizza razze bovine autoctone. Quel pane scuro e fragrante è fatto con farina di segale coltivata nei terrazzamenti locali.
A pochi passi, un fabbro mostra come si forgia un coltello partendo da un semplice pezzo di ferro. “La forgiatura è come una danza”, spiega tra un colpo di martello e l’altro. I suoi movimenti precisi e misurati affascinano i passanti, ipnotizzati da questa antica alchimia tra fuoco e metallo.
La Notte dei Racconti e della Musica
Quando il sole comincia a calare dietro le creste montuose, l’atmosfera si trasforma. Le luci calde degli stand creano un’atmosfera da veglia contadina di un tempo. È il momento in cui i Li Magnoutoun iniziano il loro concerto, con musiche radicate nel territorio ma capaci di parlare a tutti.
Alcuni anziani del luogo raccontano storie di quando la fiera era solo una decina di banchi nella piazza del paese. “Nel ’99 eravamo in pochi – ricorda un partecipante storico – Oggi vedo visitatori da tutta la regione. E questo ci dice che abbiamo fatto qualcosa di giusto”.
Domenica, il Giorno della Comunità
Il secondo giorno della Fiera dell’Artigianato Tipico ha un ritmo diverso, più riflessivo. I tour sensoriali “Tutti a tavola!” guidano i visitatori in un viaggio attraverso i sapori autentici, dove si impara a riconoscere le caratteristiche dei prodotti locali. È un’esperienza che cambia il modo di rapportarsi al cibo, trasformando ogni assaggio in una scoperta.
Nel pomeriggio, la presentazione del libro su Balme diventa l’occasione per scoprire storie di cultura montana. E quando arriva il momento della premiazione degli artigiani, l’emozione è palpabile. Vedere giovani artigiani affiancati a maestri esperti dimostra che la tradizione qui non è un museo, ma un patrimonio vivente che continua a evolversi.
Un’esperienza che cambia chi la vive
Lasciare la Fiera dell’Artigianato Tipico alla sera del 6 luglio è sempre un po’ malinconico. Ci si allontana con le borse piene di acquisti speciali, ma soprattutto con la testa piena di immagini, suoni e profumi che resteranno nella memoria. Quella sensazione ruvida della lana appena cardata tra le dita, il profumo del legno fresco, il suono del martello sull’incudine che riecheggia tra le montagne.
Questa Fiera dell’Artigianato Tipico non è semplicemente un evento da calendario. È una finestra su un mondo dove il valore delle cose si misura in storie e non in euro, dove le mani sanno ancora trasformare la materia prima in bellezza. Un mondo che, grazie a questi artigiani, continua a resistere e a insegnarci che un altro modo di vivere la montagna è possibile.
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